I 9 DO di petto della Figlia del Reggimento

Do di petto. MusikElios

“I nove do di petto de La figlia del reggimento non erano mai stati fatti prima in voce da un tenore lirico, per cui hanno scioccato. Hanno scioccato per prime le orchestre che suonavano l’opera, che l’avevano sempre fatta con dei tenori con una voce piccola che cantavano in falsetto e poi hanno scioccato il mondo, che quando sente nove do di petto si esalta! La Decca addirittura ha realizzato un disco del Re del do di petto. Io sono un cantante di grazia, che ha cominciato con Bellini, Donizetti e Rossini, Verdi e Puccini. I nove do di petto sono un qualcosa di atletico che mi ha fatto pubblicità”. Luciano Pavarotti.

Il Do di petto è il do posto un’ottava sopra il do centrale cantato con voce piena, senza utilizzare il registro di falsetto. La voce di petto sfrutta contemporaneamente le risonanze del petto e della testa. Quest’ultime avvengono attraverso le fosse nasali, poste dietro la zona frontale del cranio. La voce di petto è più robusta rispetto alla voce in falsetto e soprattutto permette di produrre grandi intensità di suono con un leggero sforzo delle corde vocali.

Fino al primo Ottocento i cantanti maschi eseguivano le note più acute in falsettone: una tecnica vocale che utilizzava il medesimo procedimento per l’emissione di note con voce piena e con il falsetto. Le note risultanti avevano una sonorità più leggera, quasi femminile. Successivamente l’uso del falsettone andò a scomparire per lasciare spazio all’emissione dei suoni con voce piena; il Do di petto ne è un esempio.

“La voce, per costituzione sua naturale, ordinariamente è divisa in due registri chiamansi l’uno di petto, l’altro di testa, o sia di falsetto. Ho detto ordinariamente perché si da anche qualche raro esempio che qualcheduno riceve dalla natura il singolarissimo dono di poter eseguire tutto colla sola voce di petto.”

Giovanni Battista Mancini, Pensieri e riflessioni pratiche sopra il canto figurato, 1774.

Sulla nascita del Do di petto vi è un aneddoto curioso che coinvolge il compositore Rossini e il tenore francese Gilbert Duprez. Nel 1837 Rossini accolse in casa il tenore per ascoltare l’aria Suivez-moi del Guillaume Tell. Duprez, per dare maggior mascolinità all’aria, decise di sostituire l’emissione di voce leggera con una più forte intonando il do di petto. Rossini sconcertato andò a controllare che non si fossero rotti tutti i cristalli del mobile e descrisse quella voce come “l’urlo di un cappone sgozzato”. Eppure, quel momento segnò la nascita della figura del tenore drammatico, supremo protagonista dell’opera romantica.

L’Opera che al suo interno vanta fino a nove Do di petto è La Figlia del Reggimento, opéra comique francese in due atti di Gaetano Donizetti. I do sono presenti nella celebre aria del personaggio Tonio Ah, mes amis, quel jour de fete! (Amici miei, che lieto giorno).

Il 17 febbraio 1972 il Metropolitan di New York consacra Luciano Pavarotti il re dei Do di petto grazie alla sua splendida esecuzione dell’opera francese. Il pubblico newyorchese adorava big Luciano, tanto da considerarlo “l’erede della grande tradizione operistica italiana e l’inventore di un nuovo modo di fare teatro.”

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