Henri Matisse e la musica

Matisse. Lezione di piano. MusikElios“Un musicista ha detto che in arte la verità, o il reale, comincia quando non si capisce più nulla di quello che si fa, di cosa si sa, e resta in voi un’energia tanto più forte quanto più è contrariata, compressa, pressata.” Henri Matisse

Il legame fra musica e pittura ha radici profonde; entrambe sono espressione di sentimenti e di emozioni. Le due discipline si esprimono mediante il medesimo linguaggio; basti pensare ai termini movimento, tonalità, armonia, composizione e timbro, comuni alle due arti.
Oggi approfondiremo la figura del pittore, illustratore e scultore francese Henri Matisse, grande appassionato di musica tanto da porla al centro delle sue opere. Imparò a suonare il violino in tarda età, per la paura di perdere il contatto diretto con l’arte a causa della sua cecità. Matisse scrisse del violinista belga Eugène Ysaÿe:

“Questo alto, corpulento uomo usava il suo archetto per accarezzare le corde del suo violino tanto da sembrare un maestro di danza, con gesti così sinuosi e imperturbabili – gli inizi e le fini delle sue frasi quasi impercettibili, i loro centri sapientemente amplificati – che si poteva sentire proprio lo spirito della danza”

 

 

 

Matisse, Donna col violino. MusikElios
Donna col violino
Matisse, Violinista alla finestra. MusikElios
Violinista alla finestra

 

 

 

 

 

 

 “Mi piacerebbe vedere in un dipinto la chiarezza e la purezza di Bach.”

Matisse ammirava Bach ma anche i musicisti suoi contemporanei che ebbe modo di conoscere e frequentare. Prokofiev divenne oggetto di un suo ritratto, nel 1926 disegnò con matita e carboncino il pianista Alfred Cortot, nel 1933 incontrò Gershwin e tra i suoi amici spicca il nome del francese Poulenc. Con quest’ultimo condivideva la stessa idea compositiva basata sulla semplicità del materiale. Poulenc dichiarò di aver trovato ispirazione dai disegni di Matisse; al pittore dedicò la Sonata per due pianoforti del 1948.

Matisse non concepiva l’assimilazione tra musica e pittura, “Non sarebbe possibile trasformare Beethoven in pittura”, piuttosto era dell’idea che le due discipline avessero degli elementi analoghi come l’armonia e il colore, il ritmo e la forma. I colori erano per lui come le note della scala:

“Sette note, con leggere modifiche, sono abbastanza per scrivere qualsiasi partitura musicale. Perché non dovrebbe essere lo stesso per le arti plastiche?”

Nelle sue opere La Danza e La Musica si percepisce l’armonia semplice dei colori. Nel quadro La Musica, su uno sfondo blu e verde, cinque figure sono disposte come le note in un pentagramma. Tale quadro, assieme all’opera La Danza, gli fu commisionato nel 1901 dal collezionista russo Sergej Ščukin che gli scrisse in una lettera:

Nella mia casa si tengono spesso concerti. Ogni inverno ci sono circa dieci concerti (Bach, Beethoven, Mozart), quindi il pannello della musica dovrebbe suggerire un po’ l’atmosfera di casa.”

La musica, Matisse. MusikELios
La musica. Henri Matisse

Matisse era anche affascinato dalla danza e collaborò al primo balletto dell’impresario teatrale russo Diaghilev, Il canto dell’usignolo, con le musiche di Strawinsky. Successivamente lavorò con il coreografo Massine per il balletto L’Etrange Farandole realizzando dei ritagli di fogli colorati per i costumi; questi furono i primi esempi di quella che poi sarebbe divenuta la sua tecnica compositiva.

Nel 1947 Henri Matisse, a causa della sua malattia, fu costretto ad elaborare un modo nuovo ed originale per dare sfogo alla sua creatività: papiers gouaches découpés (carte dipinte e ritagliate). “Invece di disegnare il contorno e inserirvi il colore, disegno direttamente nel colore”. Il pittore ritagliava delle figure con la carta colorata che poi assemblava in un equilibrio di linee e colori; una soluzione che fu una novità assoluta per il mondo dell’arte.

“Non c’è frattura tra i miei vecchi quadri e i découpages: ho solo raggiunto con più assolutezza, con maggiore astrazione, una forma decantata fino all’essenziale.”

L’editore francese Tériade vide alcune opere del pittore e lo convinse a creare un libro composto da venti tavole colorate mescolate a pensieri e frasi scritte con inchiostro nero e pennello. Il risultato fu l’opera Jazz in cui le parole e le immagini seguivano il principio dell’improvvisazione tipico della musica jazz. I testi, riflessioni sulla vita del pittore, divennero lo sfondo sonoro per far risaltare le immagini, “come gli aster servono in un bouquet per far risaltare gli altri fiori.” 

“Non basta mettere i colori, per quanto belli, gli uni accanto agli altri; bisogna anche che questi colori reagiscano gli uni con gli altri. Sennò è cacofonia. Jazz è ritmo e significato.”

Fu l’americano Gershwin a fargli conoscere il jazz attraverso le musiche di Dizzie Gillespie, Louis Armstrong e Billie Holiday. Nel 1947, anno della nascita dell’opera Jazz, Saint-Germain-des-Prés fu invasa dai jazzisti americani tra cui Sidney Bechet e Charlie Parker. L’anziano Matisse era riuscito a cogliere l’essenza della musica grazie all’arte. Jazz, Matisse. MusikELios

E fu così che il grande vecchio, che non sapeva nulla di Charlie Parker e del bebop, con le mani e dei fogli colorati intonò la sua dolce musica, allegra e divagata, ma assieme intensa e struggente: un miscuglio perfettamente equilibrato di infanzia ritrovata, nelle carte ritagliate, e di innovazione formale, nella raffinata semplificazione delle forme.”

Jazz, Matisse. MusikElios

M° Eliana Mattia

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