Musica e defunti: il Requiem di Mozart

Requiem. MusikElios

REQUIEM AETERNAM
Requiem aeternam dona eis. Domine,
et lux perpetua luceat eis.
Te decet hymnus, Deus, in Sion,
et tibi reddetur votum in Jerusalem
Exaudi orationem meam;
ad te omnis caro veniet.
Requiem aeternam dona eis, Domine,
et lux perpetua luceat eis.

In occasione della Commemorazione dei defunti, anche il blog MusikElios volge un pensiero a questa ricorrenza delineandone un profilo in chiave musicale. Quest’oggi vedremo da vicino l’opera che più celebra la memoria dei defunti: la Messa del Requiem. La Missa pro defunctis (Messa per i defunti) è una composizione su testo latino costituita da un insieme di brani atti a celebrare l’anima del defunto.

 

La parola requiem deriva dalle parole iniziali dell’Introito: «Requiem aeternam dona eis, Domine, et lux perpetua luceat eis.» (L’eterno riposo dona loro, Signore, e splenda ad essi la luce perpetua.) Nel tardo Settecento la scelta dei testi della Missa pro defunctis era a discrezione del compositore che si adattava alle usanze del luogo.

L’ultima composizione di Mozart, Messa di Requiem in Re minore K 626, credo che sia la più famosa tra le messe per defunti. Rimasta incompiuta a causa della morte del musicista il 5 dicembre 1791, fu completata dall’amico Franz Xaver Süssmayer sulla base degli appunti di Mozart. Viene considerata l’opera più importante del musicista. Il mistero e il fascino di questa splendida pagina musicale sono riconducibili al legame tra il lavoro funebre di Mozart e la sua morte prematura. Il musicista morì misteriosamente infatti il giorno successivo al completamento delle parti vocali del Lacrimosa, la notte tra il 5 e il 6 Dicembre 1791, e dunque il Requiem rappresenta un crudele segno del destino.

I. Introitus
  • Requiem aeternam – coro e soprano solo – Adagio (re minore)
  • Kyriecoro – Allegro (re minore)
II. Sequentia
  • Dies irae – coro – Allegro assai (re minore)
  • Tuba mirum – soli – Andante (si bemolle maggiore)
  • Rex tremendae – coro – Grave (sol minore)
  • Recordare – soli – Andante (re minore)
  • Confutatis – coro – Andante (la minore)
  • Lacrimosa – coro – Larghetto (re minore)
III. Offertorium
  • Domine Jesu – soli e coro – Andante con moto (sol minore)
  • Hostias – coro – Andante (mi bemolle maggiore). Andante con moto (sol minore)

IV. Sanctus – coro – Adagio (re maggiore)

V. Benedictus – soli e coro –  Andante (si bemolle maggiore)

VI. Agnus Dei – coro – (re minore)

VII. Communio
  • Lux aeterna – soprano e coro –  Allegro. Adagio (re minore)

 

Un senso di inquietudine e di angoscia caratterizza l’introitus; il discorso musicale è un susseguirsi di frasi spezzate e singhiozzanti su un ritmo sincopato. Il Kyrie è una fuga che vede le voci del coro contendersi in maniera contrappuntistica e quasi ossessiva le parole del testo come ad indicare una totale devozione a Dio. Questa prima parte è l’unica che è stata scritta interamente da Mozart.

Il Dies irae descrive l’immane tragedia del giudizio universale e della fine del mondo; è una corsa contro la morte, quella di Mozart in primis, e i violini con forza seguono le voci incalzanti per poi concludere il brano da protagonisti, senza l’ausilio di ottoni o timpani.

Nel Tuba Mirum il trombone solista dialoga con il basso evocando il giorno del giudizio e si alternano le voci soliste per congiungersi in coro al termine del brano. Il Rex Tremendae vede l’alternarsi e successivamente la sovrapposizione dei ritmi puntati degli archi e del coro. Il Recordare appartiene nuovamente ai solisti; nel Confutatis si contrappone il coro maschile e femminile nelle immagini dei dannati e dei redenti.

Lacrimosa è il brano più struggente e conosciuto dell’opera nonchè l’ultima composizione di Mozart che ne scrisse le prime 8 battute. In tempo 12/8, le brevi frasi di crome ascendenti e discendenti dei violini fanno da sfondo alla scrittura corale di ampio respiro. Si tratta di una riflessione sul dramma del giudizio finale e sulla figura di Cristo, unica salvezza per gli uomini.

L’Offertorium si articola in due parti che si concludono entrambe con la fuga; la tensione si stempera per dar spazio ad un ambiente intimistico e di invocazione. Il Domine Jesu Christe rappresenta una richiesta di salvezza; Hostias è un invito alla preghiera.

Per la parte della Communio Süssmayer riprese la musica di Introitus e Kyrie; una soluzione che, sebbene appaia semplice, Mozart adottò in altre opere sacre, come la Messa dell’Incoronazione K. 317. In realtà, forse, la scelta di Süssmayer fu legata alla consapevolezza della propria inadeguatezza di fronte al grande Mozart. La sezione rappresenta la gioia dell’assunzione tra i santi.

“Nonostante la musica ricordi per concezione e impostazione le messe funebri della tradizione, la creatività assoluta traccia le basi di una dimensione musicale tutta nuova, che rispecchia fino in fondo il sentimento del compositore e riflette un rapporto diretto, uno scontro audace tra Dio e l’uomo. Questa è la vera natura del Requiem: farsi portavoce del richiamo insito in ogni creatura di fronte alla morte, di fronte all’ombra. Un canto di preghiera e di speranza che accomuna tutte le genti, le razze, le nazionalità, le lingue e i popoli verso una realtà da cui nessuno può sfuggire. Una realtà che raggiunge tutte le cose. Una realtà che ci accomuna tutti come uomini.”

 

M° Eliana Mattia

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