La musica nella Divina Commedia

Dante, Divina Commedia. MusikElios“E una melodia dolce correva per l’aere luminoso…”

 

Nella sua opera di maggior rilievo, la Divina Commedia, Dante mostra la sua passione per la musica regalando ai lettori simboli e metafore musicali; attraverso la musica affronta l’argomento principe del poema: l’Amore di Dio.

La divisione della musica in mundana (l’armonia delle sfere e del cosmo), humana (l’armonia dell’essere umano) e instrumentalis (musica eseguita dagli strumenti), indicata dal filosofo Boezio, e le scienze del Quadrivio (astronomia, aritmetica, geometria e musica) sono le cornici culturali in cui si snoda la Divina Commedia. Il poeta fiorentino concepisce l’ordine e la proporzione dell’essere umano e dell’universo in perfetta armonia ma quando parla di musica lascia i numeri e le proporzioni per dar spazio alla sensibilità e ai sentimenti. La passione e la conoscenza della musica si ritrovano anche in un’altra sua opera, il Convivio:

“Ancora la Musica trae a sé gli spiriti umani, che sono
vapori del cuore, sicché quasi cessano da ogni operazione;
si è l’anima intera quando l’ode, e la virtù di tutti
quasi corre allo spirito sensibile che riceve il suono.”

La Divina Commedia è un cammino spirituale che dal peccato giunge alla redenzione; anche l’arte dei suoni compie questo percorso. I rumori infernali vengono “purificati” dalla melodia e dall’armonia per giungere alla polifonia del Paradiso in cui le anime allietano con i loro canti Dante e Virgilio.

Nell’Inferno Dante conosce il male attraverso il paesaggio sonoro che lo circonda: gli strazianti lamenti dei dannati infondono nel poeta sentimenti di sofferenza e paura. Mancano musiche di conforto per i destini funesti delle anime; si odono i suoni potenti e sgraziati delle zampogne, delle campane e del corno del gigante Nembrot (canto XXXI).

E ’l duca mio ver lui: “Anima sciocca,
tienti col corno, e con quel ti disfoga
quand’ira o altra passion ti tocca!”

Non si tratta di armonia, ordine, nè tantomeno di musica; rumori simultanei dominano i gironi infernali: “tragico risonare di sospiri e pianti ed alti guai.”

Nel Purgatorio, la musica ha un valore di rinascita e purificazione delle anime che devono ritrovare l’armonia del proprio essere. Il canto gregoriano è il simbolo di tale rinascita: cantare all’unisono e intonarsi con le altre voci crea armonia tra le anime che si ascoltano l’un con l’altro.

Nel II Canto del Purgatorio Dante, Virgilio e tutte le anime sono rapiti dalla voce del compositore Casella, amico dello scrittore fiorentino:

 ‘Amor che ne la mente mi ragiona’
cominciò elli allor sì dolcemente,
che la dolcezza ancor dentro mi suona…

Musica e Divina Commedia. Casella. MusikElisos.Nel IX Canto il suono dell’organo sovrasta la voce del cantore non permettendo al poeta un corretto ascolto:

“quando a cantar con organi si stea;
ch’or sì or no s’intendon le parole.”

Il Paradiso è il regno della polifonia. L’Italia di quel tempo vantava una tradizione orale a differenza delle scuole parigine in cui comparivano già i primi scritti di musica polifonica. Nella polifonia le voci eseguono liberamente le diverse linee melodiche ma secondo un ritmo ordinato. I canti, purificati dalla grazia delle anime, divengono simbolo di sublime bellezza.

“Se nell’Inferno la varietà dei timbri e delle estensioni vocali produceva la cacofonia della disperazione, e se il Purgatorio ha riconciliato la diversità nella comunione del canto all’unisono, in Cielo la varietà produce godimento.”

Nel Paradiso il canto si unisce alla danza e alla luce, nuovo simbolo di armonia. Le parole sono superflue; cadono i legami tra le parole e il canto. Si giunge alla perfezione di una musica incomprensibile all’orecchio umano, la musica della Santa Trinità. Dante sa che le metafore per descrivere la Trinità sono inadeguate ma il poeta indica la musica come l’unica arte che possa esprimere il mistero dell’amore eterno e divino.

Il Canto XXXIII è l’ultimo della Cantica nonchè ultimo di tutta la Divina Commedia. San Bernardo prega la Vergine Maria affinchè il poeta riesca a vederla senza che questi perda i sensi e così Dante si inoltra nella luce divina.

Il sommo poeta riconosce il proprio limite nel comprendere il mistero dell’Incarnazione ma l’amore divino, “l’amor che move il sole e l’altre stelle“, ha colmato la sua voglia di conoscenza in un appagamento mistico.

La Divina Commedia è stata oggetto dello spettacolo teatrale – poeticoTutto Dante del mattatore televisivo Roberto Benigni; in questo articolo ho preferito inserire una pagina televisiva del passato. Si tratta di un gioiello di espressività teatrale regalato dal grande maestro Vittorio Gassman.

A seguire invece potrete ascoltare la preghiera di San Bernardo in un’ode alla Vergine scritta dal compositore di musica sacra e Maestro Mons. Marco Frisina per un coro a 4 voci: soprani, contralti, tenori e bassi.

 M° Eliana Mattia
Precedente Le forme musicali: invenzioni a due voci Successivo Direttore d'Orchestra, l'esperienza nell'armonia del gesto