La nascita dell’Opera in musica: Dafne, Euridice e Orfeo

Opera Orfeo di Monteverdi. MusikEliosIl movimento culturale del Barocco nacque alla fine del ‘500 ed ebbe il suo maggior sviluppo nel ‘600. Questo si contrappose nettamente alla corrente del Rinascimento:

l’ordine, la razionalità e l’equilibrio avevano fatto da padroni al Rinascimento; con il Barocco si cerca di stupire, uscire dai canoni, meravigliare.

C’è una ragione di tipo storico che permise lo sviluppo del Barocco. Il Seicento fu un periodo tragicamente segnato dalle guerre e dalle pestilenze; il ceto aristocratico ne approfittò per far prevalere ancor di più la sua potenza attraverso lo strumento della persuasione. Il ricco utilizzava la spettacolarità per avere la meglio sui poveri e l’opera in musica, nella sua ricca complessità, era la linfa vitale per la persuasione.

Due premesse portano alla nascita del melodramma: una musicale e l’altra teatrale.

In musica avvenne il passaggio dalla polifonia, canto a più voci, alla monodia: canto ad una voce accompagnato da uno strumento come l’organo o il clavicembalo.

La premessa teatrale è legata invece agli spettacoli già esistenti nel ‘500:

  • gli intermedi: spettacoli tra 1 atto e l’altro di una commedia o tragedia in prosa; alcuni prevedevano anche le scenografie, detti intermedi apparenti. Famosi furono gli intermedi della commedia La Pellegrina di Girolamo Bargagli con musiche di Peri, Caccini, Luca Marenzio e De’ Bardi.
  • la favola pastorale era costituita dalla fusione di elementi comici e tragici in uno scenario bucolico; le prime opere in musica si chiamarono favole e la musica aveva il ruolo secondario di semplice accompagnamento del testo recitato (Aminta di Torquato Tasso e Il pastor fido di Giovan Battista Guarini).
  • la commedia dell’arte si basava su una trama semplice indicativa, canovaccio, e sulla presenza di personaggi fissi legati alle maschere del carnevale (Arlecchino, Pantalone) che si esprimevano o in italiano o in dialetto.
La Camerata de’ Bardi definì il nuovo genere artistico del melodramma, dando un apporto teorico ed estetico del legame tra musica e poesia.

All’interno della Camerata fiorentina, che era la casa del nobile Giovanni Maria De’ Bardi adibita ad accademia musicale, si raggrupparono i musicisti Vincenzo Galilei (padre di Galileo), Jacopo Peri, Giulio Caccini, il poeta Ottavio Rinuccini ed altri letterati e personaggi importanti del tempo. Questi studiavano come poter ricreare la perfezione della musica greca, criticavano duramente la polifonia che impediva la comprensione delle parole, causata dell’intreccio delle varie voci, e proponevano un nuovo linguaggio in cui la musica accompagnasse il senso delle parole. Il fine ultimo era quello di riprodurre l’antica tragedia greca poichè questa rappresentava al meglio il connubio tra parola e musica. Le tesi della Camerata fiorentina furono scritte nel 1581 da Vincenzo Galilei nel “Dialogo della musica antica et della moderna“.

Nacque così il recitar cantando, il nuovo stile che declamava il testo attraverso il canto. Successivamente furono utilizzati i recitativi per i momenti della narrazione e dei dialoghi tra i personaggi con accompagnamento musicale semplice. Infine vi erano le arie, brani in cui il valore della musica era predominante rispetto a quello della parola; l’aria costituiva il momento della massima tensione affettiva dei personaggi. Le opere si basavano su tutti e tre gli elementi per esigenze teatrali e per ottenere una varietà musicale.

Il primo librettista d’opera fu Ottavio Rinuccini con il suo dramma in musica “Dafne” musicata da Peri e Corsi nel 1598. Di quest’opera si sono conservati purtroppo soltanto due brevi frammenti.

La prima opera in musica conservata integra fu Euridice su libretto di Rinuccini e musiche di Peri.

La tormentata storia d’amore fra Orfeo ed Euridice venne rappresentata il 6 ottobre 1600 a Firenze, in occasione dei festeggiamenti per le nozze di Maria de’ Medici con il re di Francia Enrico IV. La medesima opera venne poi eseguita a Parigi nel 1602 con le musiche di Caccini.

Un altro musicista attivo nella Camerata fiorentina, Emilio de’ Cavalieri, alla fine del XVI secolo, si trasferì a Roma. In questa città e nello stesso anno 1600 eseguì il dramma la “Rappresentazione di anima et corpo“.

L’opera in musica da Firenze si spostò a Mantova dove divenne il genere musicale di corte per merito di Claudio Monteverdi.

Il 24 febbraio 1607 Monteverdi presentò alla corte di Mantova Orfeo, la sua “favola in musica” su libretto di Alessandro Striggio figlio. L’opera era composta da un prologo e 5 atti.

Monteverdi fu il primo grande compositore europeo di notevole importanza per la storia della musica poiché visse il passaggio:

  • dal Rinascimento al Barocco;
  • dalla polifonia alla monodia;
  • dall’opera di corte all’opera impresariale.

La rappresentazione delle opere era inizialmente riservata alle corti e ad una élite di intellettuali ed aristocratici; successivamente divenne opera impresariale, grazie anche alla nascita dei teatri con relativi biglietti d’ingresso.

Il centro culturale diventò Venezia: nel 1637 il Teatro San Cassiano fu il primo teatro moderno per struttura e per organizzazione; era dotato di un palcoscenico, della platea e dei palchetti da affittare. Tra i compositori veneziani si ricordano Francesco Cavalli e Antonio Cesti.

Il genere dell’opera in musica incontrò un largo favore di pubblico; corrispondeva difatti al gusto barocco per la complessità delle scenografie, dei soggetti e dei virtuosismi. Gli operisti del Seicento inserirono personaggi storici accanto a quelli mitologici, elementi tragici e comici, aristocratici e popolari; il loro operato contribuì alla diffusione dell’opera in tutta Italia.

M° Eliana Mattia

 

 

 

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