Ottava Sinfonia di Beethoven, Op. 93. Guida all’ascolto con il M°Eliana Mattia

Ottava Sinfonia - Beethoven. MusikElios
Accadde oggi: il 27 Febbraio del 1817 Beethoven eseguì l’Ottava Sinfonia in Fa maggiore, op. 93, al Redoutensaal di Vienna.

L’Ottava Sinfonia consta di 4 movimenti:

  1. Allegro vivace e con brio
  2. Allegretto scherzando
  3. Tempo di menuetto
  4. Allegro vivace

con un organico orchestrale costituito da: 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 2 corni, 2 trombe, timpani, archi.

Scritta tra il 1811 e il 1812, fu eseguita privatamente nell’aprile del 1813 a casa dell’arciduca d’Austria Rodolfo. L’esecuzione ufficiale in pubblico risale invece al 1817 nel corso di un concerto. Promotore del concerto fu lo studioso di patologie acustiche Johann Nepomuk Mälzel, inventore con l’olandese Winkel del metronomo e creatore di macchine musicali che riproducevano e amplificavano i suoni degli strumenti a fiato e della percussione. Il concerto presentava interamente musiche di Beethoven tra cui la Settima Sinfonia e La vittoria di Wellington, detta anche La Battaglia di Vittoria. Maelzel potè organizzare un programma così eterogeneo poichè si era guadagnato l’affetto di Beethoven con la promessa di costruirgli un apparecchio infallibile contro la sordità. Il musicista, per rendegli omaggio, inserì nel secondo movimento dell’Ottava Sinfonia uno spunto tematico che ricordava l’oscillazione del metronomo, elaborato sulle parole: «Ta-ta-ta, caro Maelzel, addio…».

 

Tra le composizioni di Beethoven questa, dal carattere brillante, è la più breve e la più atipica. All’ascolto si percepisce un ritorno al classicismo di Haydn e Mozart; questo fu giudicato come mancanza di idee e disimpegno creativo. La sera della prima esecuzione rimase famoso il grido dal loggione:

«Es fällt ihm schon wieder nichts ein!» (Ecco che è di nuovo privo di idee!).

I contemporanei del tempo rimasero delusi da questa piccola sinfonia, definita così dal musicista stesso, poichè non videro in quest’opera il Beethoven profondo e mitico della Terza Sinfonia, l’Eroica, o della Quinta Sinfonia.

Nel corso dell’Ottocento alcuni musicisti presero le difese dell’opera. Tra questi, Wagner era solito dirigerla nei suoi concerti. Schumann, grande conoscitore e ammiratore di Beethoven, scrisse dopo un’esecuzuone della sinfonia:

Fra le Sinfonie beethoveniane quella in fa è la meno eseguita e ascoltata: perfino a Lipsia, dove tutte sono conosciute e quasi popolari, si nutre qualche prevenzione proprio contro questa che per profondità umoristica non ha forse l’uguale fra le opere del Maestro. I crescendo, come quello verso la fine dell’ultimo tempo, sono rari persino in Beethoven, e quanto all’«Allegretto» in si bemolle non c’è niente da fare se non starsene zitti e felici…

L’Ottava Sinfonia rappresenta il risultato della completa maturità di Beethoven.

Ad una scherzosa leggerezza si aggiunge la novità dello sviluppo armonico e un misurato gusto ritmico. L’Allegro vivace iniziale si apre con un sentimento di gioia su un disegno melodico chiaro e lineare. Due temi lo caratterizzano: l’uno cordiale nella tonalità d’impianto fa maggiore, l’altro più ritmico e dal carattere meccanico.

Nell’Alllegretto scherzando il tema è identico a quello del canone Ta-ta-ta a 4 voci dedicato a Mälzel e ispirato al ticchettio del metronomo: “clessidra dei musicisti“. La melodia dei violini si mescola alle armonie dei fiati. Beethoven per preparare il movimento finale, che dura da solo quasi quanto gli altri tre messi insieme, attenua i due tempi centrali con del materiale tematico leggero e quasi burlesco.

ll Menuetto è lontano dalla forma del Minuetto ormai superato e sostituito dallo Scherzo. Il musicista ne accentua piuttosto la pomposità. Su un accompagnamento in terzine di violoncelli, il clarinetto e i corni eseguono un’antica melodia composta nel 1792.

Nell’Allegro finale la melodia si estende su un tappeto ritmico travolgente. Vi è la ripresa del finale alla Haydn ma con qualche piccola riflessione alla lieta giovinezza ormai declinante:

un intenerimento improvviso, quasi uno struggente e fuggevole senso di rimpianto per il ragazzo scontroso in codino e calze di seta della piccola Bonn, apparso per un istante alla memoria dell’uomo maturo e amareggiato.

M° Eliana Mattia

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