“La musica comprende l’insieme delle arti alle quali presiedono le Muse. Essa racchiude tutto quello che è necessario all’educazione dello spirito”. Platone
Il termine musica deriva dal greco mousikè “relativo alle Muse”. Le Muse, divinità dell’antica Grecia, erano nove sorelle bellissime; figlie di Zeus e appartenenti al dio Apollo, trascorrevano le loro giornate suonando, cantando e danzando. La sinergia e l’unione tra le tre arti poesia, danza e musica designava l’arte per eccellenza, la musica.
Nelle civiltà antiche il concetto di musica fu spesso connesso alla sfera mitologica e il suono inteso come elemento primordiale dell’universo; basti pensare alla risata del dio egizio Thot o alla voce di Dio creatore della Genesi.
La cultura occidentale si divise in due correnti di pensiero: la prima pose radici su un terreno razionale definendo la musica come scienza della combinazione dei suoni secondo regole oggettive; la seconda si focalizzò sulla soggettività della musica in quanto realtà sonora e sugli effetti che essa produceva nell’ascoltatore.
Il primo che elaborò una teoria musicale fu il filosofo e matematico greco Pitagora.
Si narra che il filosofo-mago-scienziato avesse scoperto per caso il fondo numerologico, matematico dell’armonia musicale. Passando davanti all’officina di un fabbro, egli sarebbe rimasto colpito dal modo in cui i martelli dell’artigiano, battendo il ferro sull’incudine, riuscivano a produrre echi in accordo tra loro. E soprattutto fu sorpreso della corrispondenza tra rapporti numerici semplici e consonanze sonore…
Questi inventò il monocordo: una corda tesa tra due ponticelli sopra una cassa armonica; sotto la corda una stanghetta mobile consentiva di dividere la corda stessa a piacere, dando origine a suoni diversi. Studiò le relazioni intercorrenti tra la parte di corda vibrante e il suono emesso e si accorse che più la corda era lunga più il suono risultava essere grave; viceversa accorciando la corda il suono conseguente era acuto. Ricavò l’intervallo di ottava dividendo la corda a metà, pose la stanghetta nei 2/3 della corda e ottenne l’intervallo di quinta, mise la stanghetta nei 3/4 della corda e ottenne l’intervallo di quarta. Procedendo di quinta in quinta Pitagora calcolò l’altezza dei rimanenti suoni e creò la scala pitagorica, la prima scala musicale.
Dalla scala pitagorica ebbe origine l’armonia delle sfere che identificava le distanze tra sfere celesti e intervalli della scala. Il concetto di musica delle sfere fu oggetto di studio della scuola pitagorica (Euclide, Platone, Archita). I filosofi ne studiarono gli aspetti teorici e pratici convinti che la musica fosse l’arte più adatta allo sviluppo dell’anima.
M° Eliana Mattia